mercoledì 27 agosto 2008

Prelevare in banca

Che devono fare, poveretti? Nel loro mestiere si applicano con costanza e passione...

martedì 26 agosto 2008

Errare è umano, perseverare è diabolico. E allora perseverare nell'errore?

...quello dev'essere da scemi. Ma non è che i nostri due amici maldidenti siano proprio proprio delle cime, no? :)

lunedì 25 agosto 2008

Cani da rapina? ... No, rapine da cani

Ultimamente sembra che le storie "cupe" - siano noir, pulp, horror e derivati - vadano per la maggiore. Sarà la delusione per la società (in)civile, sarà la disillusione sempre per la società (in)civile, sarà anche una semplice voglia di evadere e di sfogarsi (contro la società (in)civile?), di fare nell'immaginazione quello che nella realtà mai si farebbe (almeno, per fortuna c'è ancora qualcuno che certe cose le immagina soltanto, e soltanto per sfogarsi, appunto).

E allora adesso ho anch'io i miei bravi criminali-mafiosi-rapinatori-killer-chipiùnehapiùnemetta, più "maldidenti" che "malviventi"... vediamo quel (poco) che riusciranno a combinare...

venerdì 22 agosto 2008

L'investigatore Tosco...

Incredibile ma vero, dopo un bel po' che avevo lasciato da parte il b/n per dedicarmi completamente ai miei amati colori, m'è tornata la voglia di fare una prova!
(penso che alcuni dei miei amici si faranno quattro risate su queste vignette...:) )

venerdì 15 agosto 2008

Preludio

(che bella la mia campagna. Saranno i ricordi di tante estati da bambina. Ogni volta che torno a casa, mi manca un po')

L'ho scritta, quella storia sulla danza. Adesso è qui che preme per essere disegnata, per non essere più qualcosa di soltanto mio.
Io, donna di contraddizioni
, insicura come un funambolo con la labirintite, ma con una voglia pazza di inventare storie e farle conoscere a più persone possibile... mah.


sabato 9 agosto 2008

Il mare sul tetto - ciò che nessuno potrà mai rubare

Sempre sull'onda dei ricordi, si completa la scena alla mansarda della nonna.
L'albergo dal nome stronzo le ha portato via il suo amato mare, ha accecato quella finestra che incorniciava il suo quadro più bello, il quadro più bello perché non era un quadro.
La nonna ha i suoi ricordi, almeno, ma ha anche la nipotina Sara, che ogni giorno la aiuta portandole un pezzettino del suo mare, una Polaroid scattata subito prima di andare da lei.
E così la nonna ha una specie di mosaico, tante piccole immagini reali da sostituire a quella che nella realtà non può più vedere, tante piccoole immagini reali ad unirsi a quella che lei ricorderà per sempre, quella che nessun albergo extralusso potrà mai rubarle.
Eggià! Non l'avevo ancora detto che "Il mare sul tetto" è solo il titolo "generale", immaginnando altre avventure di Sara e compagnia? Il titolo di questa storia è proprio
Se alla nonna rubano il mare.

lunedì 4 agosto 2008

Questa volta vi presento... Il Gatto del Rabbino

Agli Ebrei decisamente non piacciono i cani. Un cane morde, corre dietro alle persone, abbaia. Ed è da talmente tanto tempo che gli Ebrei si fanno mordere, correre dietro o abbaiare contro che, alla fine, preferiscono i gatti.
Almeno, gli altri Ebrei non so, ma il mio padrone dice così.
Io sono il gatto del Rabbino.

Questa è la storia di Moujroum, un gatto color piombo, con due enormi occhi verdi a mandorla che osservano il mondo come solo un gatto sa fare. Un micio dal corpo affusolato, disegnato in modo semplice, grottesco, badando molto a ciò che il disegno deve comunicare, piuttosto che a proporzioni e bel segno.
Poi ci sono il Rabbino e sua figlia, Zlabja, dal nome che evoca dolci al miele.
Infine c'è il pappagallo, e lui non fa altro che parlare, e parlare, e parlare... senza aver nulla da dire.

Chi pensa che questa sia una storia per bambini, sbaglia. Perché il giorno in cui Moujroum mangia quel noioso pappagallo, il dono che il volatile aveva, e che sprecava, passa al gatto:
la Parola.
Non la parola vuota di chi, appunto, non ha nulla da dire. Zlabja l'aveva intuito solo guardandolo negli occhi: il gatto di cose da dire ne ha moltissime, e nessuna è buttata al vento, nessuna è casuale. Così la Parola diventa dono e dannazione.

Ciò che avviene dopo è al tempo stesso divertente e profondo, irriverente ed estremamente saggio. Moujroum è la voce della nostra coscienza, la voce della sincerità contro qualsiasi ipocrisia, ha l'indole scherzosa e la schiettezza trasparente di un bambino unita alla conoscenza del mondo e alle opinioni su di esso di un adulto.
Si parla di Verità, di Amore, di Fede, di Dio, in un modo leggero e profondo, laico, estremamente umano, e comunque permeato di saggezza, rendendo questo libro affascinante e piacevole, una lettura che diverte e fa anche riflettere, su temi tutt'altro che lontani dalla vita di tutti i giorni.

Per chi da una storia scorrevole e divertente si aspetta anche un secondo livello di lettura, carico di spunti di riflessioni profondi e coinvolgenti.

Il Gatto del Rabbino, testo e disegni di Joann Sfar, edizioni Rizzoli 24/7