giovedì 20 maggio 2010

Così, a caso

...in attesa di mettere altri disegni un po' più "seri".

Ecco qui una scena che in effetti non è successa, ma solo perché sono troppo timida per fare una figura del genere (e in questo caso non credo sia un male). Quando vado in giro mi capita spesso, di immaginarmi scene buffe, magari ne metterò qualcun'altra...

Uh, e a seguire la seconda parte del mio racconto del concorso dell'Oca, che me ne ero totalmente dimenticata!:)

(C) Gea Ferraris

E, come dicevo, ecco la seconda parte del raccontino:

Però... il caso, va bene. Ma qui non accadeva niente. Per aspettare un chissàcosa, lo aspettavo comoda sul mio divano. Voglio dire, il buio era rilassante e confortevole, ma un'attesa del tutto ignota dopo un po' da curiosa diventa perlomeno inquietante. Anche lei cominciava a sentirsi a disagio. Provai a fare qualcosa, e siccome guardarsi intorno era totalmente inutile provai con un altro senso: "C'è nessuno, qui?"

Indovina? Nessuna risposta. In effetti me l'aspettavo. Eppure, oltre quel buio, io lo sentivo che c'erano altre persone, altri come noi, che volevano provare a mettersi in gioco, a "fare qualcosa"... guardai lei: "Qualcuno c'è, lo sento. Ti va di andarlo a cercare?" "Non so se possiamo farlo" "Senti, non siamo in una prigione, non facciamo nulla di male. Magari è perfino previsto, e al massimo non combineremo nulla".

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