venerdì 20 marzo 2009

Varie cose all'orizzonte

E' un periodo denso di cose di vario genere anche per voi?

...lavori fatti, "facenti" e da fare (piccoli sì, ma sempre lavori!), ovviamente sempre nella speranza e alla ricerca di qualcosa di nuovo, per riuscire un giorno a raccontarvi qualche mia storia... dalle pagine di un libro!

Lunedì è il grande giorno, dedicatemi un pensiero portafortuna: si va a Bologna, Fiera del Libro per Ragazzi!
Posso presentarvi alcuni nuovi amici che mi accompagneranno?

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(C) Gea Ferraris
con loro i già conosciuti Chat di Persia con la Principessa Chat-Razade, la Ballerina, il Meraviglioso Uomo-Orologio quando era ancora un Bambino, e così via...
Troveranno fortuna i nostri eroi? Intanto di certo ci faremo un bel viaggio tutti insieme...


[Nota che non c'entra nulla ma merita decisamente una menzione: dopo Watchmen due settimane fa (il giorno del mio compleanno!), stasera altro film da non perdere (per quanto mi riguarda, credo proprio si tratti del film da me più atteso per quest'anno)... finalmente è arrivato Ponyo sulla scogliera, l'ultimo film del Maestro Hayao Miyazaki!]

martedì 3 marzo 2009

Ci sono ancora neh...

...è solo che son giorni moooolto intensi di disegno et invenzione scrittorosa... presto vi metterò a parte di quello che sto facendo, per ora no perché sono scaramantica - che essere scaramantici non costa nulla e al massimo non serve a niente -.

Aspettate, aspettate.. come fa lei, almeno così mi immagino io... che questa morbida signora stia aspettando qualcosa, o qualcuno, chissà... magari un giorno mi racconterà la sua storia, e io la racconterò a voi...


(C) Gea Ferraris

giovedì 19 febbraio 2009

Ancora sul Meraviglioso Uomo Orologio

Fine del sondaggio!, si tirano le somme:

vince!: il finale zen, col 50% dei voti, dimostrando che in fondo anche in questi tempi bui e dissoluti si ha ancora voglia di buoni sentimenti... o forse che si ha voglia di buoni sentimenti proprio perchè intorno ce ne sono rimasti ben pochi! mah...

Al secondo posto si piazza il finale ironico, 33%, seguendo il mio motto preferito "l'ironia ci salverà"

Chiude il finale ammiccante, 16%, che pensavo avrebbe riscosso più successo... e invece prevalgono romanticismo e ironia, e la cosa mi fa anche piacere!

Nove voti, sei voti e poi tre, sono anche in proporzione tra loro... ma questa informazione è puramente accessoria.

Bene! Ma non è finita qui.
Vi presento il primo ospite della Favola Blu! Si tratta dell'amico Mark Wain, che ha letto la storia dell'Uomo Orologio e trovando interessante il personaggio ha voluto rappresentarlo alla sua maniera... perciò ecco qui il suo racconto sull'Uomo Orologio, corredato da una mia illustrazione, perché anch'io ho trovato interessante quello che ha raccontato... buona lettura!



(C) Gea Ferraris
L’uomo-orologio è un supereroe, ma anche i migliori ogni tanto hanno dei piccoli difetti di “salute”. E quando succede, per lui non sono momenti piacevoli. Fin da quando era un piccolo bimbo-orologio non sopportava gli orologiai. Quando sua madre gli urlava - ehi!! Si può sapere dove sei?? Dobbiamo andare dal signor Breil! Sbrigati!! Lo sai che il negozio chiude alle 19.03 in punto!!- lui correva sempre a nascondersi sotto il suo letto. Ma naturalmente era tutto inutile. Le madri ne sanno una più del diavolo e non si possono mai imbrogliare!

Anche ora che era un adulto le c
ose non erano cambiate. Però quella mattina aveva dovuto vincere le sue paure e correre a rotta di cinturino dal signor Breil. Si era svegliato con un problema tanto serio quanto curioso. Da qualche giorno in città sembrava esserci il raduno internazionale dei brutti ceffi e dei delinquenti e in conseguenza di ciò l’uomo orologio aveva dovuto lavorare senza interruzioni per giorni e notti intere. Ora, come tutti ormai sapete, l’uomo orologio aveva bisogno per caricarsi di compiere buone azioni e infatti mai si era sentito tanto forte e di buon umore come la sera prima, quando aveva finalmente fatto ritorno a casa dopo ore e ore di eroiche fatiche. Il problema aveva iniziato a manifestarsi durante la notte. Strani incubi avevano popolato la sua mente e gli avevano causato più volte il risveglio tra sudori freddi. Aveva sognato di quando da bambino aveva bucato senza motivo il pallone da calcio di un suo compagno di scuola e di quando qualche giorno prima aveva mentito ai suoi genitori per evitare una noiosa cena di famiglia. Ma era un altro l’incubo che più degli altri lo angosciava e che l’aveva spinto nonostante la sua atavica repulsione ad andare a chiedere aiuto all’orologiaio. Non si poteva forse nemmeno parlare di vero e proprio incubo. Era stato più un fotogramma. Si era visto in una strada buia inginocchiato vicino a un uomo sconosciuto disteso e apparentemente morto. E quando aveva teso una mano per toccare il cadavere si era accorto che teneva stretto in pugno un coltello da cucina sporco di sangue.

- E’ tutto chiaro - disse a
nnuendo il signor Breil - Il numero elevato di buone azioni di questo ultimo periodo deve aver causato un sovraccarico nel tuo orologio centrale, signor uomo-orologio. E questo a sua volta ha causato dei mini viaggi temporali casuali nel passato e nel futuro. - Ho capito - rispose pensieroso l’uomo-orologio. - Ma quello che mi chiedo è… insomma… il passato corrispondeva esattamente alla realtà. E’ possibile che anche quello che ho visto nel futuro sia quello che accadrà realmente? - Lo so cosa stai pensando. Ti conosco bene e questa paura l’hai sempre avuta. Hai il terrore di essere costretto a compiere gesti malvagi per ricaricarti quando il male non esisterà più. Ma io non so proprio come risponderti. L’uomo orologio annuì lentamente e mestamente.

Quella notte, così come molte altre notti seguenti, non dormì. Non riusciva ad accettare che lui, supereroe ammirato da tutti, in futuro avrebbe potuto trovarsi di fronte a una scel
ta in cui si trovano spesso tante persone normali: vivere onestamente o morire.

Mark Wain

sabato 14 febbraio 2009

E anche quest'anno, la Festa degli Innamorati

...detta anche e più calzantemente (si dice "calzantemete"??) la Festa della Perugina: avete già comprato cioccolatini e pupazzetti puccettosi?:)
Ma a parte i miei commentini sarcastici e aciduli, qualcosa in tema ce l'ho: ecco qua la mia risposta alla Sfida Puscia di San Valentino! Mi raccomando, fate un salto sul blog Puscio a vedere i lavori delle altre sorelloske... un sacco di modi di interpretare il romanticismo!


Più che camminare, zampetta, cercando di non fare rumore perché nessuno si possa sentire disturbato dalla sua presenza. Tutta una vita così, a sentirsi in colpa di essere al mondo. Eppure, in fondo, non ha molta importanza, perché la musica mette ali alle sue dita e ora qualcosa di nuovo mette le ali ai suoi piedi, per arrivare più in fretta nel posto dove sta andando. Il primo amore che si senta di vivere, il primo amore corrisposto.

Tira fuori dalla borsa gli spartiti, li sistema sul leggio del grancoda dell’Accademia, si siede.
Quando entra la ballerina non può non restare abbacinato, perché è bella come la sua amata, e come Lei quando si muove sembra galleggiare priva di peso; ma ugualmente non è Lei, perché quella non è la leggiadria di una piuma, ma di un fiocco di neve, bello eppure gelido. Lei lo guarda per un attimo, e sul suo bel volto altero si dipinge la delusione di vedere seduto al pianoforte non quell’altro pianista, unica persona capace di scaldarle il cuore, ma solo quell’omino goffo, insicuro e un po’ curvo su se stesso.

(C) Gea Ferraris
Le prime note rompono il silenzio, e sembrano piccole scintille a punteggiare una coltre di buio. Poi sono stelle, e infine divampa un sole caldo che sembra estate, ma non quella afosa e pesante di un agosto continentale. Una brezza di note scintillanti solleva il fiocco di neve, e lo trasporta con sé, e la neve si scioglie, ridando calore alla piuma che teneva prigioniera. Lui le sorride, ora che è tornata, e non si accorge che in quel momento anche il suo guscio si rompe, così che ora anche Lei lo può finalmente riconoscere, e ricambiare il sorriso di cuore. In questa maniera, da lontano, continuano a parlarsi d’amore, volando con le note, ognuno a modo suo, in una ballata che è dolce e malinconica al tempo stesso. Perché se è la musica ad unirli, è anche ciò che li tiene lontani. Cosa accadrebbe se Lui si alzasse per abbracciarla? Se Lei desiderasse tenerlo per mano mentre lo guarda?
Non ci pensiamo, la musica continua. Inutile pensare a che accadrà quando tornerà il silenzio… fingiamo così, che non tornerà mai.

L’eco dell’ultima nota piano piano si zittisce, e non può essere altrimenti. L’ultimo sguardo si spegne, la piuma torna ghiaccio, il guscio si richiude.


Fino alla prossima sonata.

martedì 10 febbraio 2009

A6 fanzine!

Cara gente, è finalmente online il nuovo numero di A6 fanzine, la rivista della sorelloska puscia IsaComics!!! Tema: l'erotismo in tutte le sue svariate sfaccettature... su su, che aspettate a darci un'occhiata?:)

...e se seguite il profumo di cioccolato, potrete anche trovare questa illustrazione di me medesima... grazie ancora Isa! :)

(C) Gea Ferraris - A6 fanzine

martedì 3 febbraio 2009

Elovun


(C) Gea Ferraris
Metti un pomeriggio di sole, il primo che sembri primavera, non importa che non lo sia davvero, o che viceversa invece sì. È sufficiente che lo sembri, così si può finalmente lasciare a casa il giubbotto, e sedersi sul prato col naso piantato all’insù non fa più gelare il sedere.
Se poi sei bambino, su quel prato ti ci rotoli fino a impanarti d’erba, (tanto passeranno anni prima che ti possa – o ti debba – interessare cosa siano i programmi della lavatrice). E salti e giochi e ti picchi scherzosamente con gli amici, così quando sei stanco è ancora più bello starsene lì con la schiena a terra e il naso in su, mentre il respiro si calma.

Guarda che cielo che c’è oggi pomeriggio.

Quante cose sono le nuvole? Tutto quello che vuoi, probabilmente, e di certo anche qualcosa d’altro a cui ora non stai pensando, ma che qualcun altro in altri spazi e altri tempi ha pensato sta pensando o penserà.

«Quello è un coniglio, con le orecchie luuuunghe!»
«…aspetta, aspetta, dove?»
«Un pochino lì a destra, proprio sopra il salice, lo vedi? »
«Uh sì, eccolo! È vero, ha proprio le orecchie lunghe! L’hai visto, Tommy?»

Non è che Tommy sia antipatico. Però è tanto tanto timido, l’ha detto anche la maestra: “Dovete aiutare Tommy ad essere vostro amico, perché per lui non è facile”. Così gli altri bambini, un po’ per bontà, un po’ per curiosità verso quel bambino così strano, lo chiamano a giocare con loro. E lui partecipa ai giochi… solo che lo fa sempre a modo suo.

«A me sembra un topo capovolto»

L’avevo detto o no che giocava a modo suo? E al gioco delle nuvole Tommy vedeva oggetti e animali come tutti gli altri bambini… però li vedeva a testa in giù (era rimasto famoso quel dittafono capovolto di fine luglio, un po’ perché era stata la prima volta che avevano giocato insieme a guardare il cielo, un po’ perché nessuno dei bambini aveva idea di che diavolo fosse un dittafono).

Ah, ma stavolta sono preparati. Si scambiano occhiate d’intesa pronti a scambiare anche il punto di vista di Tommy. La logica è cristallina: se Tommy vede tutto capovolto, non potendo capovolgere il cielo sarà più che sufficiente e non molto difficile capovolgere Tommy stesso.
Lo aiutano a reggersi in equilibrio sulla testa, tenendogli le caviglie e le gambe. E sono contenti, perché finalmente anche Tommy vedrà come vedono loro; certo, messo così con le gambe per aria non potrà vedere il “loro” coniglio. Ma potrà vedere nel verso giusto almeno il suo topolino.

«Allora, che dici? Ora vedi il tuo topolino diritto. vero?»

«Ehm, no. Però vedo il vostro coniglio».


lunedì 26 gennaio 2009

Il Meraviglioso Uomo Orologio

C'è' chi questo raccontino lo sta aspettando da qualche giorno... me compresa, visti tutti i ritocchi-cambiamenti-taglia-e-cuci e così via.
Frutto di un "brainstorming" estemporaneo sulla chat di facciabùk, scaturito in realtà da una presa in giro all'amico Beppe:

"Quest'anno esce un film tratto da un fumetto molto figo: "Watchmen". Lo si va a vedere per forza".
"E di cosa parla?"
"Parla... di un uomo orologio. Watch-Man, capito? Lui è un supereroe, e..."


(C) Gea Ferraris
Non è che girare le lancette di un orologio significa manipolare il tempo… per cui anche l’Uomo Orologio vi doveva sottostare, non diversamente da qualsiasi altro essere vivente (e in effetti, non vivente).
Questo non sarebbe stato un problema, per lui, se fosse stato un semplice orologio; ma sfortunatamente era un Uomo Orologio, e la sua assoluta impotenza contro il tempo che passava spesso lo faceva soffrire.
Allo stesso modo, un’altra cosa lo attanagliava. Un problema inesistente per un uomo, ma lui, sfortunatamente, era un Uomo Orologio, e in quanto Uomo Orologio, andava a carica automatica. E se si scaricava, moriva.

Dire che il problema era piccolo, che in fondo gli sarebbe bastata una passeggiata (magari in centro, magari durante i saldi, ché gli spintoni aggiungessero movimento), o una bella corsa, è ragionare in modo semplicistico e superficiale: fatte le debite proporzioni tra un uomo ed un orologio, si capisce bene che i movimenti dell’Uomo Orologio sarebbero dovuti essere ben più ampi ed eclatanti: gesti da supereroe.
Chiaramente, se si parla solo di necessità di movimento eclatante, anche le cattive azioni sarebbero andate ugualmente bene; ma, fortunatamente per l’umanità, l’Uomo Orologio era di indole profondamente buona.
…sfortunatamente per lui, che se avesse scelto la cattiva strada, di certo sarebbe stato più facile caricarsi a dovere tutti i giorni.

Così l’Uomo Orologio divenne ben presto l’eroe della città, poi della nazione, infine del mondo intero. Tutti lo amavano, tutti lo amavano e lui ugualmente sentiva di non potersi legare a nessuno: troppa paura di far pagare l’amore con il pericolo, eterno dilemma dei supereroi.

Finché qualcosa cambiò. Lentamente, in realtà.
Cominciò col riuscire a portare a termine ogni giorno tutti i compiti supereroistici che si era prefissato.
Continuò riuscendo a trovare qualche ora da dedicare a sé stesso.
Andò avanti che le ore per sé stesso erano sempre di più.
Finì che, semplicemente, non c’era più Male da combattere.

L’umanità, indescrivibilmente felice, inneggiava all’eroe che l’aveva salvata, del tutto ignara del fatto che ciò che la riportava alla vita accompagnava lentamente il suo salvatore alla morte.

Cosa poteva fare l’Uomo Orologio? Pensare per una volta unicamente a sé stesso, e diventare quello che aveva sempre combattuto? Il pensiero lo schifò, e provò ad edulcorarlo: si vide nera Penelope, a tessere di notte trame criminose che avrebbe disfatto durante il giorno. Lo fece solo ridacchiare amaramente.

Una nota positiva, però: finalmente avrebbe potuto amare qualcuno, da un animaletto a una persona, prendersene cura ed essere ricambiato da ben più di un’idolatria necessariamente unilaterale e da lontano.
L’Uomo Orologio uscì per strada finalmente per conoscere la gente, non per salvarla; e poi andò al cinema coi suoi nuovi amici, e infine in pizzeria. Alla fine della serata, la sua nuova e bella amica tornò a casa con lui, e passarono insieme le ore migliori della giornata prima di addormentarsi stanchi e felici.
L’Uomo Orologio si prese anche un gatto.


- Momentanea interruzione -

Ehm ehm, scusate. E' necessaria una spiegazione di quanto state per leggere: perché siamo al finale, e il finale è la parte forse più importante di una storia.
Scrivere dell'Uomo Orologio è stato così interessante che di finali gliene ho trovati addirittura... tre.
E sarebbe interessante sentire quale di questi tre vi sconfinfera di più... se vi va, rispondete al sondaggio qui a fianco! O magari ne trovate anche altri, perché no? Viva l'Uomo Orologio!:)

- Fine dell'interruzione –


FINALE ZEN

Ed ogni giorno che trascorreva lo rendeva felice, anche se ogni sera se ne andava a dormire, pur se impercettibilmente, un po’ più stanco di quella precedente. Ma tutto ciò che riusciva a pensare era “Chi l’avrebbe mai detto che la carica sarebbe durata così a lungo?”.

Il giorno in cui gli fece visita uno scienziato, che aveva chissà come scoperto il mistero della sua carica e gli offriva di modificargliela («Con le pile niente più problemi di movimento, dovrà solo ricordarsi di cambiarle una volta all’anno»), l’Uomo Orologio semplicemente rifiutò.
Non voleva una carica eterna, quando alla sua donna, ai suoi amici, anche al suo gatto, un giorno la carica si sarebbe esaurita.
«Ma non so dirle quanto durerà ancora la sua carica, signor Uomo Orologio!» protestò lo scienziato.
Gli rispose con un sorriso:
«E cosa c’è di più normale di questo?»


FINALE AMMICCANTE

I giorni passavano, e lui si sentiva felice. Via le settimane, via i mesi. Nemmeno il più piccolo mancamento.
“Tutto quell’affanno supereroistico, e guarda invece quanta autonomia” si ritrovava a pensare, con un sorriso ironico sul volto.

Come ogni mattina, aprì gli occhi e questi gli si riempirono della visione di Lei, amica e compagna e amante fin da quella sua prima serata da persona normale. S’erano piaciuti da subito, immediatamente andati d’accordo. E la loro intesa era proprio perfetta, sotto ogni punto di vista: c’era amore, e c’era passione, sempre con lo stesso slancio delle prime volte.
Lei si mosse, e anche i suoi occhi si aprirono. Un sorriso, una carezza, un bacio. Lo guardò negli occhi:
«C’è ancora tempo prima di alzarsi…»
Lo accolse tra le sue braccia, e sorrise, furbina.
«Il movimento migliore prima di alzarsi… ogni mattina…»


FINALE IRONICO

La sua vita, ora normale, scorreva felice col suo gatto, i suoi amici, la sua donna.
E tuttavia non poteva essere tranquillo neanche adesso. Nessuna ricompensa per aver sconfitto il Male, perché amare lui continuava ad essere una promessa di sofferenza, con questa spada di Damocle della fine della carica.
Si consolò amaramente dicendosi che la sua vita era ben poca cosa, in confronto al Bene Universale che avvolgeva ora la Terra.

Spesso, si sa, grandi cose cominciano a partire da un fatto piccolo e normale: in questo caso furono cinque o sei cagnetti appena svezzati, in cerca di un padroncino, e due bambini che si trovarono a desiderare lo stesso cucciolo.
“E si azzuffarono!”
No.
Perché sulla Terra regnava il Bene: di conseguenza il primo bambino offrì immediatamente all’altro di prendere il cucciolo.
Solo che anche il secondo bambino fece lo stesso.

Chi si trovò a passare di lì un paio di giorni dopo, li trovò ancora a discutere sorridenti, mentre i loro genitori (e un centinaio di curiosi), tutti gentili e disponibili, affrontavano la situazione da adulti, e non venivano ugualmente a capo di nulla.

Contemporaneamente, nel mondo, centrali di polizia e tribunali brulicavano di criminali di ogni rango, dal ladro di polli al politico in odore di mafia, che dopo essersi autodenunciati insistevano per vedersi comminare la giusta pena, mentre giudici e poliziotti cercavano, senza riuscire, di rimandarli a casa, perché tutti possono sbagliare e hanno diritto ad una seconda possibilità.
Imprenditori, banchieri, sceicchi, calciatori e così via gettavano il proprio denaro dai loro supersuv, mentre i passanti facevano a gara a raccoglierne il più possibile, ma solo per offrirlo a chi si trovava lì vicino, che con le mani altrettanto piene lo rifiutava e cercava di offrire il proprio.
Popoli in lotta per il dominio dello stesso territorio se ne ritiravano contemporaneamente, lasciandolo deserto e disabitato e iniziando a vagare per il mondo.
E non era che l’inizio.

Fu così che l’umanità ebbe di nuovo bisogno dei gesti eclatanti dell’Uomo Orologio: che l’aiutasse, dopo aver liberato dal nero un mondo da sempre conosciuto come grigio, ad abituare gli occhi al bianco abbagliante.
L’Uomo Orologio riprese a risolvere problemi.
E soprattutto, risolse quello della sua carica quotidiana.

lunedì 19 gennaio 2009

Ancora sulla pubblicità...

...stavolta nulla di fastidioso, ma solo di molto ridicolo.
Questi erano i Tarallucci del Mulino Bianco, e la bambina (bionda, bellissima, con il vento nei capelli - in cucina??? -) diceva davvero questa frase...

(C) Gea Ferraris
La domanda sorgeva spontanea...:)

Un grazie comunque ai pubblicitari, che non fanno mai mancare materiale per vignette umoristiche... forse è questo il loro vero scopo? Nel caso ci riescono benissimo.
A presto col prossimo Sput... pardon, spot.

venerdì 9 gennaio 2009

Cose che capitano

Blogger ha fatto casino (o per meglio dire è probabile che IO l'abbia fatto... ma la colpa è comunque di Blogger, perché non ha senso). Questo post sarà ripristinato al più presto. Dannaz$%&%$£%&

mercoledì 24 dicembre 2008

Quasi quasi quasi Natale...

Tantissimi auguri a tutti!
Ed eccovi il micetto per la sfida puscia natalizia... come tutti i gatti, giustamente puccettino e dispettoso! ^w^