mercoledì 18 giugno 2008

Il mare sul tetto - Parte Seconda: l'idea diventa storia!

In realtà avevo un'altra fonte d'ispirazione, a cui l'atmosfera respirata a Varazze s'era unita, e che l'aveva completata, e quest'ispirazione veniva dall'ultimo film di uno dei miei registi preferiti, Hayao Miyazaki, maestro nel creare suggestioni magiche e sognanti, racconti che in superficie sono favole ma toccano anche temi profondi. Mi era rimasta impressa la sequenza del Castello errante di Howl in cui Sophie e il Mago camminano nel cielo, galleggiando da un tetto ad un altro... chi non ha mai sognato di volare? Tutto questo bagaglio suggestivo s'installò nella mia testa, aspettando il momento in cui si sarebbe definito ed avrebbe dato il via alla mia storia...

Un pesciolino rosso in una boccia, e la boccia per guardarci attraverso il paesino e le persone, per renderle buffe. Una bambina, a portare in giro la boccia, a vederci attraverso un omino, reso brutto dalla deformazione, ma in realtà ancora più brutto se guardato "al naturale". Omino consapevole del suo aspetto, che perciò ha scelto un mestiere che lo nascondesse il più possibile agli occhi delle persone. La nonna, infine, la nonna della bambina, che per qualche motivo... è triste. Ed è cieca come una talpa, per cui guarda il mondo attraverso degli occhiali tanto spessi che deformano anche loro, come se si guardasse dentro la famosa boccia.

Tutte idee che sembravano presentarmisi da sole, frutto di chissà quali strane ed inconsce associazioni mentali, e rendevano sempre più palpabile quel primo, piccolo fantasmino di idea da cui tutto era partito.
Fino ad arrivare alla storia com'è oggi: il mare, i tetti...



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